Come risolvere il conflitto emotivo generato dal pensare e, contemporaneamente, vivere in un Paese di merda (soluzione numero I)
Ci sono molteplici aspetti indubbiamente positivi nel non nascere in un villaggio rurale sperduto nell'immensa povertà africana; ad esempio: non devi preoccuparti di cosa berrai oggi (qui da noi, nella peggiore delle ipotesi, apri il rubinetto ed esce acqua calda/fredda/cometepare); non devi preoccuparti del cibo (qui da noi, nella peggiore delle ipotesi, c'è il macrobiotico sotto casa)... e così via.
Però, vivere in Italia, comporta alcune piccole rinunce: non puoi essere contemporaneamente cattolico e omosessuale, non puoi essere contemporaneamente cattolico e decidere di farti cremare appena un laureato in medicina ti considera morto, non puoi andare all'Università e cercare pure di capire quello che studi (…che devi fare gli esami e non c'è tempo)... e così via...
Ma soprattutto, vivere in Italia, costringe a stare a stretto contatto con personaggi di dubbio gusto estetico/morale (religiosi, forzisti, fascistelli quarantenni...), e spesso persino a dover interagire con esseri che posseggono solo una rozza forma di primitiva funzione mentale (tifosi, leghisti, fascistelli sedicenni...)..
Il che mi ha portato, nel corso di lunghi anni di studi, a dividere la popolazione in tre gruppi:
Gruppo A)
il soggetto fa parte di una delle demenziali sètte sopracitate, e quindi vive felice nella sua dabbenaggine
Gruppo B)
il soggetto non ne fa parte, ma solo perchè non risulta possedere i requisiti minimi per accedere ad una (o più) delle suddette categorie.
Si necessita di alcuni esempi: un razzista con i capelli lunghi non sarebbe mai accettato tra i naziskin; un cattolico che fornica non sarebbe mai accettato all'interno della Chiesa (ma solo se fornica con donne consenzienti; sono previste invece ampie deroghe per violenze sui minori, minorati e minoranze); un forzista che non si vesta come un rappresentante mormone di scope elettriche, non sarebbe mai accettato dall'establishment (loro ne hanno uno e ci tengono che si sappia)...
Gruppo C)
il soggetto non ne fa parte ed è, contestualmente, un essere pensante (abbiamo chiarito infatti che se fosse “non pensante”, farebbe certamente parte del gruppo A o B)
Insomma, chiaro no?
Allora, a beneficio di tutti quelli che fanno parte del Gruppo C, ho deciso di impegnarmi nel trovare una soluzione al disagio esistenziale che si soffre dovendo vivere, nel pieno possesso delle proprie capacità mentali, in un Paese ripieno di cacca come un cannolo siciliano.
Escludo da subito il suicidio, per gli effetti collaterali che comporterebbe.
Confesso che ho dapprima preso in considerazione seriamente lo sterminio. Ma, sostanzialmente, sono un pigro, e l'ho scartato, anche per una questione di tempo.
Una tecnica indubbiamente efficace è quella detta della “dissimulazione-emulazione”, che oggi vado ad esporre.
Prendete un orango (detto fattore Pp – Primate di Prova).
Ponetelo in una gabbia in mezzo a dei ragazzi romani (variabile Z0) che frequentano una sede di forza nuova, (per essere sicuri di riconoscere l'animale durante l'esperimento, si consiglia di fare una grossa croce rossa sull'orango).
Nella gabbia, che deve essere rigorosamente vuota, ponete dei bastoni e dei vasi di inestimabile bellezza e fragilità.
L'orango si dimostrerà curioso nei confronti dei ragazzi e tenderà ad ignorare bastoni e vasi.
I ragazzi, invece, dimostreranno da subito un’attrazione (da alcuni scienziati definita "sexual enhancement") per i bastoni.
Noterete che dopo pochi minuti, i ragazzi, grugnendo versi di difficile comprensione, come "ahò" "'nvedj" "spakka"... distruggerrano allegramente i vasi.
Immettendo nuovi vasi, il meccanismo si ripete (ed è, questo, un processo virtualmente infinito).
L'orango, dapprima impaurito, poi infastidito dal fracasso, dopo molte ore, comincerà ad ignorare completamente l'attività dei ragazzi (per quanto questi ultimi si prodighino nei loro sforzi), preferendo dedicare la propria attenzione al contenuto delle proprie narici.
Dopo pochi giorni, l'orango imiterà i ragazzi. Emulazione.
Solo l'allontanamento dell'orango dalla gabbia, restituirà all'animale il suo normale comportamento.
Questo esperimento è stato condotto per la prima volta in Massasciuzzetz nel 1999; è stato poi ripetuto svariati millioni di volte, lavorando sulle variabili, esempio:
al posto dei sedicenni si possono osservare degli omofobi (ponendo in gabbia dei vasi rosa); degli ebrei ortodossi (con riproduzione di piccole moschee al posto dei vasi); ...ecc...
Ho anche personalmente riprodotto questo esperimento in casa mia (ponendo un playmobile al posto dell'orango, dei soldatini al posto dei fascisti, e niente al posto dei vasi).
Tutti i dati ottenuti confermano quanto segue:
1) accostando la variabile Pp al fattore Z0 si ottiene che Z0 resta invariato, mentre Pp va scientificamente a farsi fottere (alcuni scienziati preferiscono la formula, da altri ritenuta obsoleta: "Pp va con Z0 e impara a Z0Ppicare")
2) se la variabile Pp è un dotata di un intelligenza superiore a quella di un tostapane, al termine dell'esperimento conserva la capacità di tornare allo stato iniziale. Gli Z0 no. Mai.
Molti italiani vivono in questa condizione.
Molti italiani sono delle Pp che, finchè possono, ignorano le variabili che li circondano; quando una di queste comincia a dar fuoco al loro giardino, quelle Pp degli italiani mutano a tal punto da diventare essi stessi degli Z0.
Quindi, volendo evitare di sentirvi a disagio in autobus, in mezzo a degli idioti che fanno il saluto romano, potete imitarli, votare il figlioccio di almirant e, alla sera, commuovervi, nel buio della vostra camera, alla visione di Schindler’s List.
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