iLovePalestine.com Donatello LaNinfa: 25/01/09 - 01/02/09

31 gen 2009

-- Il Principio di Heisenberg (Parte VII) --

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Erano passati due anni. Ed ora, lei, era là.
- “Posso?” - domandò -
- “Devi” - risposi (“ma sei tu? cazzo, sei proprio tu?” pensavo così forte da sentire i miei pensieri nelle orecchie)

Andammo a prendere un gelato al bar, giusto fuori il perimetro del Policlinico. Erano le 15 e faceva ancora un caldo boia. Ci sedemmo ai tavoli esterni, sotto un ombrellone.

La ragazza che mi stava davanti si era presentata come V.M., aveva 24 anni. Studiava medicina ed era venuta nell’ufficio dove lavoravo per avere informazioni sul bando Erasmus.
La guardavo parlare e mi sembrava di essere tornato nella veranda dell’albergo. Mentre seguivo le sue labbra, il sole sembrò diventare più grande e caldo, il gelato divenne una coppa di macedonia e il passar lontano delle auto mutò nello sciabordio delle onde, dietro di noi.
Da dentro al bar il via vai delle persone portava ventate di musica. In quel momento la radio suonava un brano di “Gerard De Palmas” (mai sentito prima, qui in Italia)
Tu me manque tellement, j’aurais jamais cru autant, j’arrive à me demander: M’aurait-tu ensorcelé?
Non so che diavolo mi prese, ma all'improvviso, mentre parlava, le chiesi: “Non sei Sanechka, vero?”
Era identica. Non solo le assomigliava nel viso perfettamente ovale, ma nei gesti così leggeri e precisi, nel suo inclinare un poco la testa mentre parlava, nel colore della pelle, trasparente come la sua voce.
Già, la voce, quella era la voce della mia Sanechka, quella voce che mi aveva coccolato a letto in quelle notti fresche, nel mezzo delle pianure venezuelane. Non fosse stato che la persona davanti a me parlava un perfetto italiano, privo di ogni accento… nessun accento, né un’inflessione dialettale.
Un attimo prima che lei mi rispondesse, capì di essere fottuto… “chi è Sanechka?”
Stava sorridendo.
Passammo ancora due ore al bar, con la sua piccola imperfezione che rendeva il suo sorriso così bello.
Non parlammo di A.F, ne’ del Venezuela. E ascoltai molto più di quanto raccontai. Mentre l’ascoltavo, continuavo a domandarmi quale potesse essere la probabilità di conoscere due persone così simili l’una all’altra, due esseri apparentemente unici ma doppi, che presentano gli stessi pregi e le stesse imperfezioni, a distanza di due anni e in due posti così lontani.

Le macchine continuavano a passare veloci e silenziose lungo Via Morgagni, il sole si era ormai appoggiato sulla terrazza dell’Istituto di Oftalmologia del Policlinico. Nel bar continuavano ad entrare studenti, medici e infermieri assetati, e continuavano ad uscire studenti, medici, infermieri rinfrescati. E pezzi di musica francese
si tu veux me voir par terre, tomber en genoux, mordre la poussiere, si tu veux ma peux pas de problem, je t’aime... ma vie n’est plus un problem, je t’aime

(Continua)

29 gen 2009

Ieri si è consumato l'ennesimo episodio di censura.
Da Repubblecchina al Tg1, hanno trasformato un incontro di 4 ore organizzato dall'associazione “familiari delle vittime della mafia” in un “insulto a Napolitano”.
Non una parola sulle vittime.
Non una parola su merde come contrad, riin, mancin...
Non una parola sui mandanti delle stragi del '92, che ora siedono al Governo.
Non una parola sui nuovi partigiani, De Magistris, Forleo...

Si stanno prendendo tutto.
Hanno messo la zavorra alla scuola pubblica; stanno soffocando la class action sul nascere; calderol ha cancellato la legge che difende i cittadini dalle brutalità gratuite da parte delle forze dell'ordine; stanno cancellando la memoria delle generazioni più giovani, affinchè non si curino di chi gestisce la cosa pubblica e la cosa nostra.
Ieri sono stato a Piazza Farnese per ascoltare le parole di Sonia Alfano e Salvatore Borsellino. Stavo per piangere.
Sono state 4 ore di cazzotti nello stomaco.
berlusc e dell'utri che ridono al telefono parlando di bombe.
E autostrade sventrate.

Mi domando se sia stato questo il clima che fece germogliare le brigate rosse.

Quando alla società civile vengono tolte le forme più elementari di difesa contro i prepotenti, quando un debole non può più ricorrere alla giustizia ordinaria per difendersi (perchè la Magistratura ha perso autonomia ed è finita in pasto ai mafiosi, perchè la class action non funzionerà mai così come la stanno concependo i padroni, perchè se un magistrato o un poliziotto scoprono un potente nell'atto di compiere un crimine, il magistrato o il poliziotto saranno perseguiti, spogliati delle loro funzioni, isolati e affossati da giornali e tv...), quando succede tutto questo, mi domando, non diviene forse legittimo, impugnare le armi, tutte quelle a disposizione, e RESISTERE?

Non è forse legittimo, combattere, morire, per contrastare tutto questo?

Parte della società civile è ormai ridotta in uno stato vegetante.
Molta di quella che dovrebbe essere la parte attiva della società è invece in uno stato catatonico, troppo spaventata dall'insicurezza del lavoro e troppo impegnata a spendere il proprio tempo libero “a rilassarsi”.
Taluni persino si compiacciono della soverchiante potenza dell'illegalità, lo prendono a modello e, se potessero, ne farebbero parte.

E allora, non diviene giusto, se non inevitabile, combattere con tutte le proprie forze? Come (fecero e) fanno coloro i quali vedono la propria società stuprata da dittatori, mafiosi, deliquenti di ogni risma?
Che siano partigiani italiani, combattenti cubani, miliziani palestinesi, ogni qualvolta che la società civile si vede sottratta la possibilità di esprimersi in modo democratico, ogni qualvolta viene meno la fiducia tra cittadini e governanti, ogni qualvolta che i governanti si scoprono intollerabilmente ingiusti, allora la rivoluzione è giustificata. Necessaria.

Prima ci hanno sottratto il Parlamento, trasformandolo in un bordello dove si alternano funzionari di clan, senza più alcun tipo di elezione diretta.
Poi ci hanno sottratto le forze dell'ordine, deviandone intere sezioni a proprio uso e consumo, creando il caos, umiliandone la parte sana.
Poi si sono impadroniti dei mezzi di comunicazione, creandosi consenso senza più il bisogno di agire realmente.
Poi hanno svilito l'Istruzione, rendendola merce attraverso la parificazione degli istituti privati, soffocandone le risorse umane.
Ora tocca alla Magistratura. Hanno piazzato carneval in Cassazione, hanno ucciso i migliori, e allontanato chi ha intravisto i loro traffici.

Quanto dovranno sottrarci ancora, prima di ribellarci?
Quando arriverà il momento di combattere?
Viviamo già in una galera, piena di videogiochi, partite di calcio, comici e bei libri.
Ci stiamo abituando all'idea che forse ci meritiamo questa merda, o che sia inevitabile.
Ci hanno convinto che Cuba sia un inferno, e che Israele deve annientare, con ogni mezzo possibile, il pericolo dei razzi Qassam.
Che sia già troppo tardi?
Che sia questa la vita che spetta ai nostri figli? Questa omologazione a tutti i costi e per tutti, e lasciamoci pure scippare tutte le risorse da pochi mafiosi incravattati?

Preferisco bruciarmi lo stomaco per l'odio che covo verso la manica di merda che sono i nostri governanti, piuttosto che vivere anestetizzato e credere che siano altre le cose importanti della vita (è forse vita quella che ci lasciano vivere?).

Se mai ci sarà una rivoluzione, so che stavolta molti poliziotti si rifiuteranno di coprirsi gli occhi, di asservire chi li sfrutta, di farsi ammazzare da chi li dovrebbe proteggere.
From “dictatorship to democracy”. Come è stato per le rivoluzioni colorate.

Se mai scoppiasse una rivoluzione, noi vinceremmo, perchè sarebbe impossibile silenziarci tutti, licenziarci tutti, ammazzarci tutti.
Perchè sono anni che ci provano, hanno sventrato autostrade, lasciato teste mozzate su sedili di auto, sciolto bambini nell'acido, cercato di compiere atti sempre più brutali e spaventevoli...
eppure ci sono uomini come Apicella, che ancora combattono.

La mattina successiva al giorno in cui il SISDE fece saltare in aria Falcone, decine di poliziotti si presentarono da Borsellino chiedendo di poter far parte della sua scorta.

Io so che se mai scoppiasse una rivoluzione, noi vinceremmo, perchè sarebbe impossibile silenziarci tutti, licenziarci tutti, ammazzarci tutti.
Perchè ci sono uomini che preferiscono morire, piuttosto che soccombere.
D.

27 gen 2009

-- Filosofia applicata --

"Attention. You are now entering the Debarkation Area. No talking. No smoking. Follow the orange line to the Processing Area. The next scheduled departure to the prison is in two hours. You now have the option to terminate and be cremated on the premises. If you elect this option, notify the Duty Sergeant in your Processing Area"
...

Chief Bob Hauk: "There was an accident. About an hour ago, a small jet went down inside New York City. The President was on board"
Snake Jena Plissken: "The president of what?"
...

Chief Bob Hauk: "Remember, once you're inside you're on your own"
Snake Jena Plissken: "Oh, you mean I can't count on you?"
B.H.: "No"
SJP: "Good!"
...

Ah... c'è sempre da imparare dai vecchi classici.

26 gen 2009

-- MAI SOLE --

Quella che segue è la lettera che Gabriella Nuzzi - pubblico ministero a Salerno, trasferita dal suo ufficio dal Csm su richiesta del ministro Alfano - ha inviato all'Associazione Nazionale Magistrati

"Signor Presidente,
Le comunico, con questa mia, l’irrevocabile decisione di lasciare l’Associazione Nazionale Magistrati.
Il plauso da Lei pubblicamente reso all’ingiustizia subita, per mano politica, da noi Magistrati della Procura della Repubblica di Salerno è per me insopportabilmente oltraggioso.
Oltraggioso per la mia dignità di Persona e di essere Magistrato.
Sono stata, nel generale vile silenzio, pubblicamente ingiuriata; incolpata di ignoranza, negligenza, spregiudicatezza, assenza del senso delle istituzioni; infine, allontanata dalla mia sede e privata delle funzioni inquirenti, così, in un battito di ciglia, sulla base del nulla giuridico e di un processo sommario.

Per bocca sua e dei suoi amici e colleghi, la posizione dell’Associazione era già nota, sin dall’inizio.

Quale la colpa? Avere, contrariamente alla profusa apparenza, doverosamente adottato ed eseguito atti giudiziari legittimi e necessari, tali ritenuti nelle sedi giurisdizionali competenti.
Avere risposto ad istanze di verità e di giustizia. Avere accertato una sconcertante realtà che, però, doveva rimanere occultata.

Né lei, né alcuno dei componenti dell’associazione che oggi degnamente rappresenta ha sentito l’esigenza di capire e spiegare ciò che è davvero accaduto, la gravità e drammaticità di una vicenda che chiama a riflessioni profonde l’intera Magistratura, sul suo passato, su ciò che è, sul suo futuro; e non certo nell’interesse personale del singolo o del suo sponsor associativo, ma in forza di una superiore ragione ideale, che è – o dovrebbe essere – costantemente e perennemente viva nella coscienza di ogni Magistrato: la ricerca della verità.

Più facile far finta di credere alla menzogna: il conflitto, la guerra tra Procure, la isolata follia di “schegge impazzite”.
Il disordine desta scandalo: immediatamente va sedato e severamente punito.
Il popolo saprà che è giusto così.
E il sacrificio di pochi varrà la Ragion di Stato.

L’Associazione non intende entrare nel merito. Chiuso.

Nel dolore di questi giorni, Signor Presidente, il mio pensiero corre alle solenni parole che da Lei (secondo quanto riportato dalla stampa) sarebbero state pubblicamente pronunciate pochi attimi dopo l’esemplare “condanna”: “Il sistema dimostra di avere gli anticorpi”.

Dunque, il sistema, ancora una volta, ha dimostrato di saper funzionare.

Mi chiedo, allora, inquieta, a quale “sistema” Lei faccia riferimento.
Quale il “sistema” di cui si sente così orgogliosamente rappresentante e garante.

Un “sistema” che non è in grado di assicurare l’osservanza minima delle regole del vivere civile, l’applicazione e l’esecuzione delle pene?
Un “sistema” in cui vana è resa anche l’affermazione giurisdizionale dei fondamentali diritti dell’essere umano; ove le istanze dei più deboli sono oppresse e calpestato il dolore di chi ancora piange le vittime di sangue?
Un “sistema” in cui l’impegno e il sacrificio silente dei singoli è schiacciato dal peso di una macchina infernale, dagli ingranaggi vetusti ed ormai irrimediabilmente inceppati?
Un “sistema” asservito agli interessi del potere, nel quale è più conveniente rinchiudere la verità in polverosi cassetti e continuare a costellare la carriera di brillanti successi?

Mi dica, Signor Presidente, quali sarebbero gli anticorpi che esso è in grado di generare? Punizioni esemplari a chi è ligio e coraggioso e impunità a chi palesemente delinque?

E quali i virus?

E mi spieghi, ancora, quale sarebbe “il modello di magistrato adeguato al ruolo costituzionale e alla rilevanza degli interessi coinvolti dall’esercizio della giurisdizione” che l’Associazione intenderebbe promuovere?

Ora, il “sistema” che io vedo non è affatto in grado di saper funzionare.
Al contrario, esso è malato, moribondo, affetto da un cancro incurabile, che lo condurrà inesorabilmente alla morte.
E io non voglio farne parte, perché sono viva e voglio costruire qualcosa di buono per i nostri figli.
Ho giurato fedeltà al solo Ordine Giudiziario e allo Stato della Repubblica Italiana.

La repentina violenza con la quale, in risposta ad un gradimento politico, si è sommariamente decisa la privazione delle funzioni inquirenti e l’allontanamento da inchieste in pieno svolgimento nei confronti di Magistrati che hanno solo adempiuto ai propri doveri, rende, francamente, assai sconcertanti i vostri stanchi e vuoti proclami, ormai recitati solo a voi stessi, come in uno specchio spaccato.

Mentre siete distratti dalla visione di qualche accattivante miraggio, faccio un fischio e vi dico che qui sono in gioco i principi dell’autonomia e dell’indipendenza della Giurisdizione. Non gli orticelli privati.

Non vale mai la pena calpestare e lasciar calpestare la dignità degli esseri umani.

Per quanto mi riguarda, so che saprò adempiere con la stessa forza, onestà e professionalità anche funzioni diverse da quelle che mi sono state ingiustamente strappate, nel rispetto assoluto, come sempre, dei principi costituzionali, primo tra tutti quello per cui la Legge deve essere eguale per deboli e potenti.
So di avere accanto le coscienze forti e pure di chi ancora oggi, nonostante tutto, crede e combatte quotidianamente per l’affermazione della legalità.
Ed è per essa che continuerò sempre ad amare ed onorare profondamente questo lavoro.

Signor Presidente, continui a rappresentare se stesso e questa Associazione.
Io preferisco rappresentarmi da sola".

Dott.ssa Gabriella NUZZI
Magistrato

Spero che la Dottoressa Forleo non si senta tradita, ma beh...Dottoressa Nuzzi io la amo.

25 gen 2009

-- il Papa nero --

Certo che se anche questo risulterà essere un bluff pianificato, una truffa ai danni dell'umanità, allora si spegnerà anche il penultimo barlume di speranza.

Poi non resterà che lasciar esplodere l'Apocalisse.
O farla esplodere?

Ormai vivo nel dubbio persino nella disperazione.



Oggi sono nerofondo.
God bless US.
D.