iLovePalestine.com Donatello LaNinfa: 18/01/09 - 25/01/09

22 gen 2009

-- Il Principio di Heisenberg (parte VI) --

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CAPITOLO II

Vidi Sanechka per l’ultima volta al gate n° 12 per i voli internazionali dell’aeroporto di Caracas.
Erano le 10.20; io avrei lasciato il Venezuela cinque ore più tardi.

Tornati a casa, lei si mise (persino!) a studiare l’italiano. Ed io il russo (già, dimenticavo di dire: lei studiava in Lettonia, ma era Russa). Nei mesi successivi, ci furono delle mail, degli sm, qualche volte delle rapide e frustanti telefonate.
All’inizio ci promettevamo di incontrarci il prima possibile, poi si diceva “vediamoci”, poi è subentrato il “soon or later”. e poi abbiamo cominciato a scordare di darci un appuntamento.
Le ultime mail che ho ricevuto erano scritte in un italiano comprensibile (diciamo tra Biscardi e mia cugina di Bari)… ed io, si sappia, ho imparato ben 98 vocaboli in russo, contati uno ad uno, parolacce escluse.
Poi, più nulla, un giorno non ha più risposto alle mail, o agli sms, e il telefono non ha più squillato. Tramite amici di amici di amici (a partire da uno studente russo conosciuto in Venezuela) scoprii che A. non studiava più alla “K….”, ne’ lavorava più al Dipartimento di Pediatria dell’Ospedale di Riga. Non potevo pretendere informazioni più precise. Avrei potuto cercare nell’albo dei medici, o tra gli studenti laureati quell’anno alla “K….”, avrei potuto, con l’aiuto di Internet e di Natalia (la mia pazientissima amica che cercava di insegnarmi il russo) tentare di trovare una traccia, un indirizzo, qualcosa… ma non feci nulla. Era semplicemente andata via, e non aveva voluto dirmi dove fosse diretta.
Così banalmente finisce la mia relazione con A.F., detta Sanechka, donna bellissima dal viso di zucchero.

La mia vita non fu, ovviamente, sconvolta da questo.
Continuavo ad essere un pretender-studente di medicina, sempre prossimo alla laurea e totalmente privo di ambizioni.
Continuavo a lavorare come borsista alla Biblioteca di ORL, continuavo a fingere di studiare, continuavo a non accettare i voti, continuavo a non capire le domande dei Professori, continuavo a non domandarmi “che cazzo vuoi fare dei restanti giorni della tua misera vita?”. Insomma continuavo a fare la vita media dello studente medio.
Poi un giorno accadde qualcosa di decisamente imprevisto: ero in Presidenza (dove lavoravo part-time) e stavo ricevendo gli studenti Erasmus per preparare le loro domande d’iscrizione. Era un giorno apparentemente come i precedenti: i soliti amministrativi che chiacchierano delle solite cose, bevendo il solito caffè che, come al solito, è cattivo. Ed io lì in mezzo, seduto a fare un lavoro per il quale ci vorrebbe un laureato in lingue moderne assunto a tempo pieno, e che invece la Venerabile Università di Roma “Sapienza” ha deciso di affidare ad un pirla di studente (il sottoscritto) che parla quattro lingue (almeno stando al Curriculum che ha presentato per farsi assumere), ma le parla tutte decisamente male.
Ero stoicamente sopravvissuto alla spiegazione telefonica, ad una studentessa di Sevilla, sul perché la "Sapienza" non fornisce ne’ l’alloggio, ne’ la garanzia che gli stage le siano riconosciuti, ne’ -omissis- (le cose che la "Sapienza" non garantisce sono moltissime), quando, mentre con una mano agganciavo la cornetta e con l’altra mi asciugavo l’abbondante sudore, vedo comparire, incorniciata dalla soglia, la dama dell’ermellino.
A.F. “Sanechka”, la donna dalla voce di miele, era entrata in ufficio, e mi guardava.

Erano passati due anni. Ed ora, lei, era là.

(Continua)

19 gen 2009

-- Valzer con Bashir --

Ieri sono stato al cinema.
E ho visto il film più brutto ed irritante degli ultimi anni.

Volevo scrivere ieri notte questo post, ma ero troppo arrabbiato, e non volevo farmi condizionare dal momento.

Ora, a mente lucida, posso tranquillamente dire che "Valzer con Bashir" è un film fatto male. E' un brutto film.

E' montato malissimo, con alcuni stacchi decisamente troppo frettolosi.
La colonna sonora è un insieme di brani triti e ritriti (Chopin, "Enola Gay", mancavano solo le valchirie...); e anche la musica originale è piuttosto banale (come dire... esattamente la musica che ti aspetti in un film israeliano... come quando vedi Kusturica e ti aspetti la solita fisarmonica).
La qualità delle animazioni mi è sembrata insufficiente (un conto è voler vendere un immagine minimalista, altra cosa è fare pochi disegni per frame, il che rende i movimenti dei personaggi poco fluidi); inoltre, spesso i disegni risultano poco proporzionati (nella scena del bar, il boccale di birra sembra una colonna di marmo accanto al braccio -troppo- corto del protagonista).
Insomma, come animazioni non ci siamo proprio (si salvano forse solo la scena iniziale con i cani e alcuni movimenti dei tank).

Il regista mette nel film davvero poche idee originali.
Copia (cita?) alcune sequenze di "Apocalypse Now", qualche inquadratura di Godard, ma di originale, o di innovativo, si vede ben poco. Persino la scena dell'aeroporto è copiata... qualcuno mi aiuti a ricordare da che film.

E tutto ciò rende il film brutto.

Ma, come dicevo, il film è anche irritante.
Il film finge di non voler trasmettere nessun messaggio politico, ma "ovviamente" non si astiene da frasi che ci insegnano che "gli arabi hanno ucciso il presidente Libanese e -quindi- i falangisti (che, si sottolinea più volte nel film, sono dei cristiani libanesi, eh!) hanno massacrato i palestinesi dei campi profughi.
In 90 minuti di film non viene nemmeno accennato, nemmeno tramite un fotogramma, del perchè gli israeliani stiano mettendo a ferro e fuoco un Paese straniero o del perchè esistano i campi profughi. Figuriamoci se si parli, o almeno si lasci intuire della presenza del Mossad e di Aman in Libano.

In 90 minuti di film, si dice solo una mezza frase su Sharon (che tralatro è già nota a tutti 'sta cosa: cioè che il panzone sapeva e non è intervenuto per fermare il massacro, lo sanno pure loro, su... gli hanno pure fatto un "processo" per questo).
E basta.

"O beh, ma il motivo del film era un altro" dice chi ha apprezzato questo film...

... già, mi sembra ovvio che la ragione dell'esistenza di questo film, sia un'altra.
La più bieca.
Non a caso esce ora, non a caso vincerà l'Oscar.

18 gen 2009

-- Corteo a Roma --

Non so in quanti eravamo, diciamo un centomila?
Il corteo era molto lungo, certamente c'era molta più gente di quanto non mi aspettassi, complice anche il bel sole che ci ha accompagnato fino in fondo.

E' brutto vedere come la Repubblica (versione "spazzatura online") giochi con le parole e le immagini.
Soprattutto è triste, vedere l'accanimento che mostrano questi "cervelli" (sicuramente "in fuga" dai loro corpi rimasti in redazione) contro quella che è stata una pacifica manifestazione per ricordare i morti di questa battaglia e di tutte le altre in Gaza.
Perchè giornalisti prezzolati e editori riciclati montano i loro articoli, scrivendo: "un migliaio di persone in piazza"-(trattino)"slogan contro Santoro" (peccato che i titoli si riferiscono a due articoli diversi, e il secondo descrive un picchetto organizzato da ???boh, al Ghetto).
Perchè mettere come foto principale un ragazzo che mostra una croce di Israele con accanto una croce nazista?
Ho passato tutta la giornata in corteo: sicuramente quel ragazzo c'era (mi è sfuggito), ma porcamiseria, certamente non era rappresentativo delle migliaia di persone che chiedevano TREGUA.

C'è un interesse perverso nel confondere la gente, nel vendere solo l'illusione dell'informazione, nel creare incomprensioni (che qualcuno mi spieghi come sia possibile che, ad un mese dall'inizio di questo schifo, in alcune trasmissioni tv ancora si dica che Hamas ha interrotto la tregua di Natale).

Tornando al corteo: ho visto gente pregare. Il che mi fa pensare che se dio esiste, deve essere veramente frustrato.

C'erano ebrei in corteo. Ebrei antisionisti.
E italiani, africani, australiani, marziani, comunisti, destronzi.
Tutti con un unico ingenuo desiderio.
La fine di un genocidio (e tremo al pensiero di quanti corpi estrarranno da sotto le macerie nei prossimi mesi... quelle macerie che ora non si possono toccare, a causa di cecchini).